viernes, 6 de enero de 2012

Tex comic intervista a Giovanni Ticci


       G. Ticci en su estudio de Siena. 2006

                
                                                  
     
Estudio de Siena. 2006



 Intervista a Giovanni Ticci

Giovanni Ticci, senese, maestro della narrazione per immagini, da quaranta anni disegna tex. Il piu' longevo e amato personaggio del fumetto italiano, tradotto in Francia, Olanda, Germania, Spagna, Russia... Ticci oltre ad essere considerato uno dei migliori disegnatori italiani è oggi uno dei maggiori paesaggisti western del panorama mondiale, erede dei grandi Federic Remington, Charles M.Russel, gli americani che nella seconda metà del XIX secolo su tela cantarono l'epopea dell'Old Wild West.

Il West come umana avventura ma anche come scoperta della propria umanità.

Il West per me è stato un mondo di fantasia, è sempre stato nel mio cuore fin da ragazzino, quando ancora nol leggevo e non pensavo ai fumetti. Nel dopoguerra avevo uno zio sacerdote, che aveva allestito uno dei primi cinematografi... ricordo i vecchi film, con i cosiddetti "cappelloni", Tom Mix, i primi film di John Wayne... Per me disegnare il West, disegnare Tex e stata una cosa naturale.

"Il West l'epica dei nostri giorni" J. L. Borges. Gli eroi del West come gli eroi dell'Iliade, dell'Odissea.

La natura con i suoi elementi, gli indiani... il bene e il male... concetti semplici... i primissimi Western erano addirittura elementari, come una favola... ma i componenti ci sono tutti. Sono quelli dell'Epica.

Possiamo ripercorrere il percorso personalissimo, la ricerca ininterrotta di un maestro.
Ho iniziato a lavorare a "bottega", presso l'allora celebre Studio D'ami. Poi con Alberto Giolitti per gli U.S.A e l'evoluzione è stata continua. Ancora oggi... L'evoluzione è essenziale. Non posso pretendere oggi di disegnare come disegnavo 20 o 30 anni fà.Sono cambiato come è cambiato tutto. Sono stati molto corretti e disponibili alla Casa Editrice Bonelli, non mi hanno mai detto: "questo è il modello di Tex di Galleppini e ti devi rifare a lui".

Il Dinamismo. Espressività dei personaggi.
Il fumetto è movimento. Con Giolitti lavoravo sulle foto, vignetta per vignetta. Ci mettevamo in costume per rappresentarle. Giolitti era un personaggio simpaticissimo. Mi insegnava che i personaggi anche quando stavano fermi hanno una loro gestualità e una loro espressività che cercavamo di cogliere attraverso le foto.

I Paesaggi.
Cinque, sei anni fa ho fatto un viaggio in Arizona e sono rimasto particolarmente colpito dalla bellezza del deserto, dalla dolcezza e dalla gentilezza dei colori. Non c'è violenza, ma un senso di pace, di ristoro. Ho ritrovato esattamente quello che provavo io mentre lo disegnavo.
 I colori tenui del tramonto. Il celestino.. Il rosa.. si viaggia per miglia e miglia senza trovare nessuno. Era come li avevo disegnati e come li avevo immaginati.Una volta ricordo una tempesta di sabbia... con tutti i cespugli che rotolavano via... li mi sentivo appagato.. il tramonto con la varietà dei colori...

Raccontare con le immagini.
Hitchcock, è stato un grande maestro. Sapeva raccontare anche la storia più semplice e banale. Era un godimento per gli occhi.Riguardo al mio lavoro, quando mi arriva la sceneggiatura, in mente, già vedo le vignette.

Amore per il Dettaglio e Sintesi Narrativa.

Non è che arrivare ad una sintesi sia poi così veloce. Quelle 8 o 9 ore che impiegavo per fare una tavola sono le stesse che impiego oggi, anche se la sintesi oggi fa sembrare il lavoro molto più veloce. In relazione al dettaglio bisogna far vedere.. far immaginare il particolare senza che ci sia, senza mettercelo. Con il contrasto fra bianco e nero riesco a far intuire che c'è qualcos'altro.

Documentazione Storica. Con Ticci il West diventa adulto.
Anche nel periodo da Rinaldo Dami prendevamo ispirazione dai fumetti americani e quando vedevo un fumetto fatto male mi arrabbiavo. Una sella western, non è una sella da buttero. La sella, gli speroni... Ho sempre fatto ricerche precise. Specialmente all'inizio. Già da lettore mi arrabbiavo quando vedevo queste cose. Da lettore, Pecos Bill mi piaceva quando lo disegnava D'Antonio, ma mi faceva un pò arrabbiare. Oggi lo riguardo e lo trovo molto poetico, bello, e romantico.

Quanti autori italiani dal cinema al fumetto siano rimasti impressionati dal Western più degli stessi americani. Alla fine il West lo abbiamo esportato.
E' vero. Si ricorda il film "Il Prefetto di Ferro"? Quello è West. La Mafia, il Brigantaggio, il Risorgimento Italiano sono tematiche che si prestano ad una narrazione Western.

Nell'epopea del West, lo steriotipo della narrazione prevede che i pionieri, i coloni, aprano la strada, conquistando i nuovi territori e che poi arrivano i cattivi... e in una metafora della società civile, tanto cara anche a G.L. Bonelli, padre di Tex, i cattivi di solito sono i politici... i banchieri... e i militari.
E' una convenzione che funziona molto bene. Ecco perchè piace il West.

intervista Giancarlo Frisella 
 
 


       Primera edición Vendetta Indiana. Tex. 1968  
           
                                                           



       Ilustraciones de G. Ticci
                                                                                                                                                                             


      Fotografia e video: Domenico Calí
                 

               

No hay comentarios:

Publicar un comentario